Insetti commestibili, fonte foto BigStock

Insetti commestibili: rischio allergie? Ecco chi deve prestare attenzione

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L’arrivo degli insetti commestibili sulle tavole europee, avvenuto già da qualche tempo, ha avviato il dibattito sui novel food. Si tratta di alimenti sicuri? Fanno davvero bene alla salute dell’uomo? Da quando la Commissione Europea ha autorizzato la commercializzazione a scopo alimentare degli insetti, queste domande si sono moltiplicate.

Immessi sul mercato sia come corpo intero che sotto forma di farine contenute in pasta, biscotti e barrette energetiche, gli insetti edibili si stanno diffondendo sempre di più, anche alla luce dei loro aspetti vantaggiosi, sia sul piano alimentare che ecologico ed ambientale. Ma cosa sappiamo davvero di questi prodotti? E soprattutto, qual è il loro livello di sicurezza? E quali potrebbero essere i rischi legati ad eventuali allergie?

Insetti commestibili: quali i benefici?

Insetti commestibili, fonte foto BigStock
a lot of cicada fried in the tray at street food shop

In alcune parti del mondo, dall’Asia all’Africa, passando per alcune zone dell’America Latina, gli insetti commestibili rappresentano un alimento comune. Negli ultimi anni ha fatto capolino anche sulle nostre tavole riscuotendo curiosità ma anche diversi dubbi.

L’arrivo di grilli, locuste, larve e tarme, interi o sotto forma di snack ed altri prodotti realizzati con le loro polveri, ha portato a domandarsi quali fossero realmente i vantaggi ed i benefici degli insetti commestibili.

In primo luogo, il loro alto contenuto proteico che li rende una fonte alternativa ad altri cibi di origine animale, ma anche la presenza al loro interno di micronutrienti, grassi ed aminoacidi. Oltre al piano prettamente nutrizionale, occorre considerare poi anche i numerosi e importanti benefici per l’ambiente.

L’allevamento di insetti è indubbiamente più sostenibile rispetto a quello del bestiame: minori emissioni di gas serra, minore inquinamento delle acque, maggiore efficienza di conversione del mangime, minore richiesta di terreno. Questi sono solo alcuni dei vantaggi legati al consumo di insetti commestibili.

Insetti edibili e rischio allergie: i possibili sintomi

Insetti commestibili, fonte foto: BigStock
Fried insects mealworms or silk worms for snack, Thai food at market.

Sul rischio di possibili allergie legato al consumo di insetti commestibili si sa ancora molto poco. Le informazioni scientifiche sull’argomento risultano ancora piuttosto limitate ma la ricerca in questo campo non si ferma.

Sicuramente, trattandosi di un alimento altamente proteico, potrebbe scatenare possibili allergie in determinati soggetti già altamente predisposti. E’ ciò che accade in tutti i tipi di alimenti. Ma quando si verificano le allergie alimentari? Generalmente questo avviene quando il sistema immunitario reagisce in maniera anomala a proteine presenti nel cibo provocando una risposta che porta al rilascio di istamina ed altre sostanze chimiche che provocano, di conseguenza, i sintomi tipici dell’allergia.

Rispetto ai sintomi, questi possono portare a manifestazioni più o meno gravi che possono andare dal classico prurito all’orticaria, passando per gonfiore del viso, della lingua o della gola, difficoltà respiratorie, vomito, diarrea, nausea. La reazione allergica più grave è l’anafilassi, che potrebbe rivelarsi perfino mortale.

I soggetti più a rischio

Insetti commestibili e soggetti a rischio allergia, fonte foto BigStock
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Ad oggi gli studi portano a supporre che i soggetti tendenzialmente allergici a crostacei ed agli acari della polvere potrebbero essere a maggiore rischio di allergia dopo l’ingestione di insetti. Questo dipende dalla presenza, in entrambi i casi, di due molecole allergeniche, ovvero il Tropomiosina (principale allergene cross-reattivo tra acari, crostacei e insetti) e l’Arginina kinasi.

Le due proteine da tenere d’occhio, sono presenti anche in insetti come locuste, cavallette, bachi da seta, tarme e grilli. Secondo la scienza, queste proteine, in organismi predisposti ad allergie, possono stimolare la produzione di IgE, note come immunoglobuline E, e che sono gli anticorpi associati alle reazioni allergiche.

Stando ad un recente studio dal titolo “Insect Allergens on the Dining Table”, che trova spazio nella pubblicazione “National Center for Biotechnology Information”, ogni volta che si mangiano degli insetti o del cibo derivato dalla loro manipolazione, le IgE riconoscono tali proteine a loro “nemiche” e danno vita ad una serie di reazioni a catena che possono provocare alcuni sintomi tipici delle allergie alimentari, tra cui: prurito, gonfiore intorno alla bocca, vomito, diarrea e persino shock anafilattico. Ovviamente non bisogna trascurare la cosiddetta reattività crociata, ovvero tutte quelle reazioni allergiche che si manifestano anche come conseguenza di un’allergia ad altri alimenti. Per tale ragione diventa importante fare attenzione a chi già soffre di allergie a crostacei e acari della polvere.

Allergici ai crostacei

Uno studio dell’Università californiana di Davis, per la prima volta nel nel 1996 ha evidenziato come le IgE di organismi con una grave allergia a crostacei, in particolare ai gamberetti reagivano anche a una proteina (la tropomiosina) presente in insetti come cavallette, locuste e insetti simili. La ricerca è proseguita anche negli anni successivi ed un successivo studio ha dimostrato come persone allergiche ai gamberetti abbiano manifestato delle reazioni allergiche anche dopo il consumo di un estratto proteico a base di larve di Tenebrio molitor, ovvero la tarma della farina. Su quindici persone prese in esame, tredici hanno sviluppato una reazione allergica dopo aver mangiato 216 milligrammi dell’estratto proteico, una quantità pari se non persino inferiore a quella presente in alcuni snack a base dell’insetto in questione.

Alla luce di ciò la comunità scientifica ha sconsigliato alle persone allergiche ai crostacei di assumere alimenti a base di insetti e derivati. Lo stesso consiglio ha riguardato anche altri insetti destinati al consumo alimentare quali grilli e locuste.

Allergici agli acari

Lo stesso rischio visto per i soggetti allergici ai crostacei può essere applicato anche agli allergici agli acari della polvere. Mentre i soggetti allergici ai crostacei sono stati identificati come un “gruppo a rischio a causa della reattività incrociata mediata principalmente dalla tropomiosina e dall’arginina chinasi”, è stata riscontrata anche una co-sensibilizzazione immunologica agli acari della polvere domestica.

A dispetto dell’allergia ai crostacei, tuttavia, il numero di allergici agli acari che presentano al tempo stesso anche una reazione in seguito al consumo di insetti commestibili sarebbero in numero inferiore. Questo porta, di conseguenza, ad approfondire ulteriormente la ricerca in tal senso al fine di una maggiore (e migliore) comprensione del potenziale della sensibilizzazione primaria che causa questa reattività incrociata.

Anche nel caso di allergia agli acari della polvere, la comunità scientifica è concorde nel ritenere opportuno evitare il consumo di insetti edibili, al fine di contenere eventuali rischi.

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