Coltivare le alghe commestibili, immagine di repertorio: fonte foto Pixabay

Come coltivare le alghe commestibili? Dalla produzione alla raccolta: le tappe

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E’ possibile coltivare le alghe commestibili? E quali sarebbero i vantaggi derivanti da tale pratica? Coltivare alghe rappresenta oggi una prospettiva promettente per mitigare la crisi alimentare globale e contemporaneamente attenuare gli impatti dei cambiamenti climatici. A dirlo è una ricerca pubblicata su Global Food Security.

A differenza delle pratiche agricole convenzionali e dell’allevamento animale, l’alghicoltura si distingue per la sua esigenza minima di spazio terrestre, assenza di richiesta di acqua dolce e l’eliminazione dell’uso di fertilizzanti chimici. Tale approccio potrebbe trasformarsi in un significativo mezzo di sussistenza per gli agricoltori residenti in Paesi a basso e medio reddito, specialmente nelle regioni costiere dell’Africa e del Sud-est asiatico.

Coltivare le alghe commestibili: i principali vantaggi

Coltivare le alghe commestibili, immagine di repertorio: fonte foto Pixabay
Coltivare le alghe commestibili, immagine di repertorio: fonte foto Pixabay

Le alghe commestibili sono diventate sempre più popolari negli ultimi anni grazie al loro valore nutrizionale e al loro impatto ambientale estremamente positivo. Coltivare le alghe commestibili in modo sostenibile può portare a diversi vantaggi. Intanto, può contribuire a soddisfare la crescente domanda di cibo a livello globale.

In secondo luogo, tale pratica potrebbe portare a ridurre la pressione sui sistemi agricoli tradizionali e ridurre al tempo stesso gli impatti ambientali associati all’agricoltura intensiva.

La pratica millenaria della coltivazione delle alghe commestibili, particolarmente diffusa in diverse regioni dell’Asia da diversi secoli, si basa su metodologie sorprendentemente semplici. I coltivatori legano lunghe file di corde alle radici delle alghe, fornendo alla pianta i nutrienti necessari direttamente dall’acqua circostante. Dopo un periodo di sei-otto settimane, le alghe vengono raccolte manualmente e sottoposte ad essiccazione alla luce del sole.

Oltre alla loro facilità di coltivazione, le alghe presentano un’incredibile impronta di carbonio bassa, offrendo persino benefici ambientali attraverso la potenziale riduzione dei livelli di carbonio negli oceani. Alcuni studi, ad esempio, hanno rivelato che le alghe brune perenni possono assorbire fino a 10 tonnellate di CO2 per ettaro di superficie marina ogni anno. In aggiunta, l’integrazione delle alghe nella dieta del bestiame può significativamente ridurre le emissioni di metano associate all’allevamento.

Ma come coltivare le alghe commestibili in modo efficiente e sostenibile? La sfida, solo all’apparenza semplice, consiste proprio in questo.

La coltivazione di alghe: le principali fasi

Alghe commestibili, immagine di repertorio: fonte foto Pixabay
Alghe commestibili, immagine di repertorio: fonte foto Pixabay

La coltivazione di alghe commestibili rappresenta un’opzione promettente per il futuro dell’agricoltura sostenibile. Con l’attenzione adeguata alle condizioni di coltivazione e alla selezione delle specie, è possibile ottenere un raccolto abbondante e nutriente, riducendo al contempo l’impatto ambientale delle pratiche agricole convenzionali.

Sperimentare con la coltivazione di alghe può aprire nuove prospettive per il settore alimentare, contribuendo a garantire un approvvigionamento alimentare sicuro e sostenibile per le generazioni future.

Tuttavia, per un risultato ottimale è richiesta la massima attenzione rispetto ad alcune delle tappe salienti da compiere e che riguardano l’intero processo di produzione:

Selezionare la specie di alga commestibile: il primo passo fondamentale è la scelta della specie di alga che si intende coltivare. Alcune delle alghe commestibili più comuni sono rappresentate dalla Spirulina, dall’alga Nori, e poi ancora la Chlorella e l’alga Kombu. Ogni specie ha caratteristiche uniche in termini di gusto, valore nutrizionale e requisiti di coltivazione. È importante fare una ricerca approfondita e selezionare la specie adatta alle condizioni locali e alle risorse disponibili.

Scegliere il metodo di coltivazione: esistono diversi metodi di coltivazione delle alghe commestibili, tra cui la modalità che prevede l’impiego di vasche aperte, in sistemi chiusi o sospese in mare. Il metodo più adatto dipende dalla specie di alga scelta e dalle risorse disponibili. Ad esempio, la spirulina può essere coltivata con successo in vasche aperte con una temperatura costante e un’illuminazione adeguata.

Condizioni ambientali ottimali: le alghe commestibili hanno anche requisiti specifici per quanto riguarda la luce, la temperatura, il pH e la salinità dell’acqua. Per tale ragione, assicurarsi di creare le condizioni ambientali ottimali per la specie di alga scelta è un aspetto assolutamente fondamentale per il successo della coltivazione. Le luci a LED possono essere utilizzate per fornire l’illuminazione necessaria nelle coltivazioni indoor, mentre le alghe marine possono richiedere acqua salata proveniente da ambienti marini.

Nutrizione adeguata: le alghe necessitano di nutrienti come azoto, fosforo e potassio per crescere in modo sano. Monitorare attentamente la quantità di nutrienti nell’acqua è essenziale per evitare l’eutrofizzazione, un problema ambientale abbastanza comune e causato dall’eccesso di nutrienti. L’uso di fertilizzanti naturali o l’integrazione di tecniche di coltivazione aquaponiche può contribuire a mantenere un ambiente di coltivazione sano.

Raccolta e processo di produzione: la fase di raccolta è cruciale per ottenere alghe commestibili di alta qualità. Questa può essere fatta manualmente o meccanicamente, a seconda delle dimensioni dell’impianto di coltivazione nel quale si opera.
Dopo la raccolta, le alghe devono essere processate rapidamente per preservarne la freschezza e le proprietà nutritive. Questo può includere le successive fasi di essiccazione, macinazione o estrazione di composti specifici.

Benefici ambientali e nutrizionali: coltivare alghe commestibili offre infine numerosi benefici. Questi super food dalle svariate e importantissime proprietà assorbono anidride carbonica durante la fotosintesi, contribuendo alla mitigazione del cambiamento climatico. Inoltre, molte specie di alghe sono ricche di proteine, vitamine, minerali e antiossidanti, rendendole una risorsa alimentare nutriente per l’organismo.

Passaggi per la coltivazione di alghe commestibili in casa

Specie di alga commestibile, immagine di repertorio: fonte foto Pixabay
Specie di alga commestibile, immagine di repertorio: fonte foto Pixabay

La coltivazione delle alghe commestibili può variare a seconda della specie e delle condizioni ambientali. Ecco i principali passaggi da compiere e che permettono concretamente di poter procedere anche in casa, seppur in piccolo, alla coltivazione di questo super food in espansione costante.

  • Dotarsi di un contenitore pulito: riempirlo con acqua (non salata). Se viene impiegata l’acqua del rubinetto che contiene cloro, lasciare riposare il contenitore scoperto per almeno un giorno prima di continuare, per permettere in tal modo al cloro di disperdersi.
  • Posizionare il contenitore vicino a una fonte di luce: i raggi solari sono fondamentali per la crescita delle alghe (così come lo sono per qualsiasi pianta verde). Le radiazioni UV ad alta intensità uccidono le alghe, ma grazie all’evoluzione, quella solare risulta essere invece perfetta.
    Procurarsi un campione di alga: un torrente o un laghetto di solito sono i luoghi ideali per trovarne uno.
  • Aggiungere un po’ di fertilizzante comune: ciò permette la fioritura delle alghe. Anche l’acqua di un acquario o di un allevamento ittico funziona altrettanto bene, dal momento che contiene le sostanze nutritive degli escrementi di pesce, che aiutano la crescita delle alghe.

I possibili ostacoli

La coltivazione di alghe, tuttavia, presenta anche diversi ostacoli da considerare. Alcuni sono attribuibili ai cambiamenti climatici, i quali, mediante l’acidificazione dell’acqua degli oceani, rendono complessa la tale pratica. Altri ostacoli sono di natura più “tecnica”, derivanti dal fatto che le alghe vengono prevalentemente esportate sotto forma di estratto (ad esempio, l’estratto di alga bruna), richiedendo quindi processi di lavorazione.

Mentre i Paesi più sviluppati dispongono delle infrastrutture adeguate per elaborare e testare il prodotto finale, la maggior parte dei Paesi meno fortunati ne è sprovvista.

Nonostante questi possibili ostacoli, se superabili l’alghicoltura potrebbe rappresentare un’opportunità di prosperità per le regioni più svantaggiate del mondo.

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